FrancescaSerafini.it Appunti di scrittura creativa Come si scrive un romanzo storico?

Come si scrive un romanzo storico?

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Lontana da me l’idea di mettermi qui a fare la maestrina, posso però rispondere alla domanda che mi viene posta regolarmente su come si faccia a ricostruire le atmosfere e le ambientazioni di una storia. Se ne avete voglia ecco alcune considerazioni basate sulla mia esperienza.

Cominciamo col dire che scrivere di ciò che si conosce è senza ombra di dubbio la cosa migliore. Avendo esplorato a fondo un luogo o un argomento, riesci di sicuro a spiegarne meglio tutte le varie sfaccettature e a farlo apprezzare a chi legge. Tuttavia è chiaro che uno scrittore non possa passare il proprio tempo a viaggiare per tutto il mondo (magari!) e conoscere tutto lo scibile pensato dall’uomo. Senza parlare poi di chi scrive romanzi storici (come me). Viaggiare nel tempo è uno dei miei sogni più grandi, ma per ora pare siamo ancora lontani da una tale possibilità. E allora direte voi? Allora una povera autrice, che vorrebbe tanto viaggiare (anche nel tempo) e conoscere tutto, può affidarsi solo alla propria curiosità facendo ricerche.

Toglietemi tutto ma non le mie ricerche!

Sì, perché (per me) è fondamentale documentarsi su ogni argomento possibile prima di cominciare a scrivere una storia. Ogni epoca ha le proprie peculiarità e non basta averne studiato gli avvenimenti per riuscire a ricreare un ambiente realistico conforme al tempo in cui si svolge la narrazione.

Facciamo un esempio: state scrivendo una storia ambientata nel Medioevo dell’anno mille, nella descrizione dei personaggi scrivete così:


Il nobile guerriero rimase colpito dall’eterea bellezza della fanciulla che in quel momento era intenta ad asciugarsi sul greto del torrente, coperta solo da una camiciola. Ella ignara di essere oggetto di si tanta attenzione, infilò la veste e si chinò a prendere qualcosa su una roccia appiattita là accanto.


L’uomo, spinto da un istinto più forte della ragione le si fece più vicino. Udendo un rumore ella si volse. Egli rimase abbagliato dalla dolcezza di quel volto e, dall’espressione intensa degli occhi dorati che lo fissarono sconvolti attraverso le lenti degli occhiali

Casa non torna? Qual’è l’elemento che vi turba in questa scena?

Lo ammetto ho un pochino esagerato per rendere evidente il problema. In un romanzo storico è importantissimo fare ricerche anche sui più piccoli dettagli. In questo caso, anche se lei era carina con gli occhiali, purtroppo non avrebbe potuto indossarli, perché questi sono stati inventati intorno al 1300, prima, non esistevano e forse non vi erano le conoscenze per produrli. Quindi se desiderate scrivere un romanzo storico informatevi anche su quelle cose che appaiono scontate ed eviterete di fare brutte figure.

Altro elemento fondamentale di una narrazione d’epoca sono i dialoghi. A riguardo esistono due partiti ben distinti tra loro: quelli che se scrivi degli antichi romani, dovresti come minimo inserire dialoghi in latino; e quelli che invece pensano sia meglio scrivere come parli. A ben pensare, quanti lettori si avventurerebbero a leggere un libro favoloso scritto in latino? La risposta è scontata mi pare. Il consiglio migliore che posso fornire è di optare per una giusta via di mezzo tenendo conto dei luoghi e il tempo in cui si svolge la storia. Un nobile cavaliere non può parlare come un rapper di periferia, ma neppure usare l’aulico italiano del tempo che per noi risulta quasi incomprensibile. Personalmente preferisco adottare uno stile semplice, adatto a tutti, in quanto tutti devono poter comprendere quello che scrivo.

Passiamo alla questione dell’abbigliamento. Come la mia recente editor mi ha ripetuto spesso durante l’editing: «Taglia, taglia. Non puoi bombardare il lettore con la descrizione di ogni minimo dettaglio dei vestiti dei personaggi». Questa per me è una nota dolente, perché io amo in modo spropositato immaginare nei dettagli gli abiti dei personaggi delle mie storie e poi descriverli attentamente nei libri. Capiterà anche a voi, è ineluttabile. Però datele retta, sa quel che dice; un lettore vuole immaginare le vesti per conto suo, ed è giusto così. In quei pochi accenni che dovrete fare ai vestiti dei protagonisti dovete però preoccuparvi di non dire castronerie, quindi pur potendone solo accennare, dovrete in ogni caso fare ricerche anche su questo.

Ad esempio: i bottoni. Tranquilli parlatene pure, esistono fin dalla preistoria. Però hanno assunto funzione decorativa solo a partire da una certa epoca in su e, addirittura, nel 1400 sono finiti nelle Leggi Suntuarie che dovevano regolare lo sfarzo eccessivo dell’abbigliamento, quello delle donne in particolare.

Lasciamo questo argomento, per me delicato, e passiamo a parlare dei personaggi storici reali. Se uno dei vostri eroi incontra Carlo Magno, conviene che vi atteniate attentamente alle notizie che si hanno su di lui, senza inventarvi niente; oppure potete costruirci sopra una storia facendo capire bene che è una vostra invenzione.

Altro punto fondamentale: la quotidianità. I normali gesti di ogni giorno sono quelli che rendono più vero un personaggio. Come ci laviamo il viso oggi? Come lo faceva un uomo primitivo? (lo faceva?) E nel Medioevo, esisteva l’acqua corrente? Usava un catino di coccio o andava al fiume? Sono questi i dettagli che fanno la differenza, insieme all’affetto che ogni autore nutre un po’ per ciascuno dei propri personaggi. Bisogna conoscere anche la religione e le leggi vigenti nei luoghi della storia e possibilmente quali erano le tradizioni sul territorio, gli usi e i costumi più comuni. Questo anche per quello che molti definiscono un “semplice” libro d’amore storico.

Sì, lo so cosa state pensando che è un lavoraccio inutile, non potrete inserire ogni informazione nel vostro manoscritto (si chiamano ancora così, ma quanti scrivono ancora a mano?). E’ vero, ma quando il primo lettore vi farà i complimenti per la lettura scorrevole e la storia intrigante del tutto realistica nel descrivere l’epoca storica, dimenticherete tutta la fatica, andandovene in giro con uno stupido sorriso sulla faccia. (O succede solo a me?)

Dimenticavo: non fidatevi esclusivamente di Internet come fonte, ma cercate di approfondire anche altrove, sempre. Purtroppo sul web si è persa questa volontà e spesso le notizie non sono attendibili. Se poi vi capita di sbagliare, non è la fine del mondo, vi rende solo più umani secondo me.

Esercizio di verifica: sapete come si facevano le candele nel passato?

F.


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